Vagando per il web si trovano storie divertenti,
ieri mi sono imbattuta in questo racconto.
Una risata (ironica) sommergerà la disabilità
di S.F
C’è chi mi ha definito “un ragazzo in gamba”, chi mi
considera “senza spina dorsale”. Chi mi ha invitato “a fare quattro passi” e
chi mi chiede di “sedermi a prendere un caffé”. Sono le prime gaffe che, “su
due piedi”, mi vengono in mente.
Dopo dieci anni di sedia a rotelle, queste battute, se
fatte con noncuranza e senza malizia, mi strappano un sorriso. Uno dei pochi
vantaggi di vivere la disabilità è che posso affrontare un argomento tabù e
spinoso con un’ironia che non sarebbe concessa a un non disabile. Senza falsi
moralismi. Ridendo di gusto dell’imbarazzo di chi si accorge dell’errore e paonazzo
tenta di mettere una pezza inutile.
Fantastici poi sono i bambini: trasparenti e senza
filtri colpiscono dritti al cuore. Impensabile scappare dai tenerissimi occhi
dei pargoli che scrutano pensosi e riflessivi la carrozzina. Li guardi e
aspetti che dopo pochi secondi raggiungano l’adulto che li accompagna con in
bocca la fatidica frase: “mamma guarda: un bimbo grande in passeggino”.
Immancabilmente il volto della madre si tinge d’imbarazzo e alla genitrice non
resta che balbettare “hai visto che bel negozio di giocattoli”. La fantasia di
questi bimbi, che spesso saresti tentato di arrotare prendendo spunto dalle
bighe romane al circo Massimo, non conosce confini.
C’è poi chi, spaventato da quell’essere così strano
che si avvicina su quattro ruote, si rifugia accanto ai genitori che gli
spiegano: “è solo una persona seduta” cosa che vede benissimo anche il bambino,
se fossi un drago con le scarpe se ne sarebbe già accorto. Oppure “è una
persona malata” – invece sei sano tu che dai una spiegazione del genere.
Non mancano rassicurazioni del tipo “è stanco” come se
tutte le persone stanche avessero una cadrega (sedia in milanese) gonfiabile
nella borsa da utilizzare in caso di emergenza, oppure “sta solo giocando”.
Tanto che ti verrebbe voglia di rispondere: “libera tutti che mo’ ti vengo a
prender a calci”.
_Un disabile in carrozzina deve recarsi a Roma. Ad
un certo punto della strada non sapeva che direzione prendere. Incontra un
vigile e gli chiede: "Qual è la direzione giusta per Roma?". Il
vigile risponde: "Facilissimo! Vada sempre dritto, non può sbagliare! Ad
un certo punto incontrerà le buche nella strada ed ecco che è arrivato a
Roma!!!"
_Un disabile romano ed uno tirolese si incontrano. Il tirolese chiede al romano: "Come chiamate quelli che non ci sentono?". Il romano, stupito, risponde: "Sordi". Il tirolese dice: "Noi, invece, li chiamiamo: audio lesi!". Poi il tirolese chiede: "E come chiamate quelli che non vedono?". Il romano risponde: "Cechi". Il tirolese: "Noi, invece, li chiamiamo: video lesi!". Allora il romano, indispettito, dice: "E voi come li chiamate quelli che non riescono ad avere rapporti sessuali?". Il tirolese perplesso risponde: "Beh, impotenti". Il romano conclude dicendo: "Noi, invece, li chiamiamo... TIRO-LESI!!!"
_Un disabile romano ed uno tirolese si incontrano. Il tirolese chiede al romano: "Come chiamate quelli che non ci sentono?". Il romano, stupito, risponde: "Sordi". Il tirolese dice: "Noi, invece, li chiamiamo: audio lesi!". Poi il tirolese chiede: "E come chiamate quelli che non vedono?". Il romano risponde: "Cechi". Il tirolese: "Noi, invece, li chiamiamo: video lesi!". Allora il romano, indispettito, dice: "E voi come li chiamate quelli che non riescono ad avere rapporti sessuali?". Il tirolese perplesso risponde: "Beh, impotenti". Il romano conclude dicendo: "Noi, invece, li chiamiamo... TIRO-LESI!!!"
_Cosa hanno in comune i fulmini ed i disabili?
Entrambi vengono attirati dagli ostacoli...
_Scrisse il vigile sul retro della multa:
"La stupidità non è considerata un handicap. Parcheggia altrove!"
_Scrisse il vigile sul retro della multa:
"La stupidità non è considerata un handicap. Parcheggia altrove!"
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